forum per argomenti riguardanti l'esplorazione urbana in generale
In molte delle case abbandonate,fabbriche,manicomi ed altri vari luoghi che ho visitato,ho sempre provato sensazioni diverse......l'atmosfera che questi luoghi generano è davvero incredibile.
Vi racconto una storia che mi è capitata personalmente.
Era un pomeriggio di inverno,decisi insieme a degli amici di andare a visitare l'antico casolare che si trova infondo alla via che ormai da anni è disabitato ed in stato di degrado più assoluto.
In questo casolare,non è andato tutto perso,le emozioni,i risi ed i pianti riecheggiavano ancora fra le mura gelide di quel luogo.
La cosa che di più mi colpì fu la foto in bianco e nero quasi sepiata che si trovava per terra insieme ad altre scartoffie...
raffigurava una giovane ragazza,il suo sguardo diceva molto,non era sorridente,era impassibile,quasi senza emozioni....in quel momento fui peraso da un sacco di diverse emozioni,feci vedere la foto anche a gli altri miei amici e anche loro la trovarono molto strana.
Come casolare non era stato tanto vandalizzato,si notavano solo i vetri rotti ed alcune scritte che riportavano le storie d'amore di qualche ragazzo e ragazza passati di lì.
I quadri appesi nella casa rendevano l'ambiente ancora più raccapricciante.
Ora il casolare è stato chiuso dal comune e non è più accessibile :(
Non ho foto riguardanti il luogo perchè quel giorno fu una delle mie prime esplorazioni urbane....fu da lì che poi mi appassionai ai luoghi in decadenza....E voi...quale è il primo luogo che vi ha colpito in particolare o che vi ha colpito di più....e quindi vi ha generato la curiosità e la passione per continuare a cercare luoghi in abbandono?
Allora...le esplorazioni sono sempre state fin da quando ero bambina il mio gioco preferito...
nei fine settimana andavo sempre in campagna dai nonni e con la combriccola di bambini del paese
si partiva alla volta di esplorazioni verso case abbandonate (ai tempi ce n'erano tante in questa zona),
si camminava per ore ed ore ridendo e scherzando...
che bei tempi...
Nemmeno io ho fotografie di queste esplorazioni, ai tempi la macchina fotografica era un lusso
e il rullino da 12 lo potevano usare solo i grandi!
Rimangono comunque impresse nella mia mente e le ricordo ancora adesso con tanto affetto.
le prime esplorazioni che ricordo:
ero andata in campagna con mia nonna a trovare delle conoscenti. mentre loro chiacchieravano, ho iniziato ad aggirarmi... era una cascina di quelle di una volta, come non se ne vedono più. mi sembra che ci fosse un canneto.... ad un certo punto, dalle canne è sbucata una cosa enorme che faceva "gulugulugulugulugulugu" e ha iniziato a venire velocemente verso di me: sono fuggita terrorizzata!!!!! non avevo mai visto un tacchino...
non ho mai capito se ce l'aveva con me a prescindere, o la colpa era del mio vestitino rosso...
non molto tempo dopo, mentre stavo giocando coi figli di parenti, ho deciso di dare un'occhiata a un capanno che c'era sul loro terreno. dentro c'erano attrezzi per il giardinaggio ed elementi della casa che erano stati rimossi e sostituiti. la mia attenzione era attirata in particolare da alcune vecchie porte e intelaiature di finestre appoggiate una sull'altra. era la prima volta che vedevo delle porte e delle finestre fuori dal loro contesto, e questo ha colpito la mia immaginazione al punto che, molti anni dopo, ha fornito l'ispirazione per quella che ritengo una delle mie storie migliori, che si chiama appunto "Le Porte" (precisazione: nessuna delle mie storie è stata usata, per il momento, quindi non cercatela in giro perchè non la trovereste da nessuna parte )
Da piccola ho sempre avuto l'istinto di esplorare, vuoi perchè mamma mi leggeva sempre 20.000 leghe sotto i mari, oppure perchè avevo sempre questa irrequietudine innata di camminare e scuriosare. La mia prima esplorazione me la ricordo poco, ero veramente molto piccola (avrò avuto 3 anni, quattro forse). In pineta, a Marina di Cecina, vicino al mare c'era un ristorante abbandonato che io chiamavo 'tutto otto piatti'. Stavo li fuori otre la rete a indicarlo e a volerlo 'toccare', visitare.
Poi chiusero il vecchio ospedale e il fascino di quel luogo ha giocato un grande scacco su di me. Non ci sono mai andata. Ero sempre troppo piccola ma le storie che mi facevo su di lui e su ciò che accoglieva dentro sono parte di me. Fantasticavo mentre stavo sulla porta della cucina del ristorante dei nonni, e lo guardavo. Poi un giorno una ruspa lo buttò giù in un batter d'occhio. Mi dispiacque molto e forse è proprio da quella ruspa che è nata la volontà della memoria...