La bella Elvira adesso è opera d'arte

La bella Elvira è diventata un’opera d’arte

Palaia: il tedesco Hildebrandt ha riprodotto il volto utilizzando i contenitori delle audiocassette di Cristiano Marcacci

 

PALAIA. In quei giorni era ospite dell’agriturismo e si confuse tra gli ospiti dell’iniziativa. Non si presentò a nessuno, non svelando ad alcuno la sua identità, e si comportò per tutto il tempo da spettatore curioso.
Era domenica 9 luglio e il Tirreno e il Comune di Palaia organizzarono a Villa Lena, ex tenuta San Michele, la cerimonia (con il confronto-dibattito sul fenomeno dei femminicidi) di commemorazione dell’uccisione di Elvira Orlandini, vittima dell’atroce delitto avvenuto settant’anni fa (il 5 giugno 1947) a Toiano, dove lungo il sentiero per la fonte l’allora ventiduenne fu sgozzata a poche centinaia di metri dalla propria casa da una mano rimasta per sempre sconosciuta. Seduto tra il pubblico c’era Gregor Hildebrandt, noto e quotato artista contemporaneo tedesco. Rimase colpito dalla storia di Elvira, da quel volto radioso e sorridente che qualcuno volle spegnere per sempre. Decise di prenderla ad ispirazione per farci un’opera. Elvira Orlandini è ora protagonista di un quadro, di uno dei suoi particolarissimi quadri.

 

In luglio Hildebrandt stava trascorrendo un periodo di vacanza-lavoro a Villa Lena, dove da alcuni anni i proprietari Lena Evstafieva, professionista del mondo dell’arte, e Jerome Hadey, musicista e produttore, hanno fondato anche una fondazione d’arte. Quest’ultima offre agli artisti la possibilità di soggiornare e utilizzare per la durata di uno o due mesi studi e laboratori presenti nella maxi tenuta di cinquecento ettari di bosco, tra colline, oliveti e vigneti. La dimensione degli studi varia da 20 a 100 metri quadrati, studi diversificati a seconda delle esigenze degli artisti. L’alloggio è all’interno della villa del XIX secolo, un magnifico edificio che incarna appieno lo charme del periodo e che sorge nel cuore della tenuta. Gli artisti dispongono di stanze private, tutte dotate di letto matrimoniale, mentre l’utilizzo dei servizi e della cucina è in comune. La fondazione prevede l’organizzazione di workshop, dibattiti e altri eventi in collaborazione con gli artisti residenti, cui spetta la promozione e lo scambio di idee non soltanto internamente, bensì con la più ampia comunità presente nella tenuta. La stessa fondazione sovvenziona gli artisti residenti e copre un trattamento di mezza pensione sette giorni su sette. Alcuni degli artisti vengono contattati direttamente dalla fondazione, ma la maggior parte si candida attraverso un’apposita selezione che viene effettuata dopo la compilazione delle domande on line.

Per tanti di loro l’obiettivo della permanenza a Villa Lena è quello di trovare l’ispirazione per la prossima creazione. Era questo anche l’intento di Hildebrandt, che si è appunto imbattuto nella storia della “bella Elvira”. E ne è rimasto folgorato, tanto da mettersi subito al lavoro. Dal suo estro e dalle sue modalità di lavorazione è nato un quadro molto originale. Non è il solito ritratto. Il soggetto è lei, il classico primo piano che conosciamo da decenni e che purtroppo campeggia anche sul cippo che la ricorda nel luogo del ritrovamento del cadavere, ma è la tecnica utilizzata che stupisce e per la quale l’artista tedesco è famoso in tutto il mondo. Il “suo” quadro, infatti, è una sorta di telaio-griglia che si trasforma pian piano in un puzzle costituito dai contenitori delle audiocassette d’un tempo. I cui dorsi rappresentano la base dove viene riprodotta la foto in questione. Per l’opera della “bella Elvira”, grande circa un metro per 70 centimetri, sono state utilizzate circa 300 cassette.

«Ho assistito alla celebrazione del 9 luglio – ci spiega Gregor Hildebrandt – e sono rimasto impressionato dalla storia di Elvira e della sua morte. È stato un dramma terribile. Da quel giorno mi sono sentito spinto da una forza inconscia, come caricato di responsabilità. E ho deciso di fare qualcosa per lei e per coloro che gli volevano bene e che la ricordano tuttora. I femminicidi rappresentano un’autentica sciagura, non solo in Italia e in Germania ma anche nel resto d’Europa».

 

Fonte : Il tirreno

Link : http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2017/09/23/news/la-bella-elvira-e-diventata-un-opera-d-arte-1.15892285

 

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