La villa del Conte

Era tempo che aspettavamo una buona occasione per andare alla villa del Conte. Una dimora con una storia densa di avvenimenti e dall’abbandono elegante, grandioso ed oscuro.

Nei 60.000 metri quadrati di parco si trova questa bella dimora con statue di donne formose plasmate di terracotta e saloni dai colori intensi.

I vetri delle finestre giacciono sui pavimenti di legno, molti dei quali divelti. Nella penombra bluastra si arriva a catturare ogni angolo della residenza: ogni centimetro di muro scrostato compone geometrie astratte governate dalla legge del tempo.

Si naviga nel blu salmastro della polvere su di una scialuppa stroncata da immemori disavventure giungendo sino al passo delle colonne ocra. Qui, le guardiane grottesche, maschere e chimere guardano con ostinata malizia tempi passati, conservati in una lunga storia (vi soggiornò anche il Re Vittorio Emanuele II e il principe ereditario

Umberto I). 

La villa del Conte è stata per più di cento anni un punto nevralgico della bella vita cittadina poiché vi abitava il conte E.R., un ricco personaggio politico di fine Ottocento che finì di ammodernare la propria sontuosa residenza nel secolo successivo. E.R. è stato inoltre un attento imprenditore industriale attento alle necessità della sua città: con una ingente donazione permise infatti la costruzione dell’ospedale.  Una volta morto, il figlio con la famiglia continuò a soggiornare nella dimora fino a quando non scoppiò la Seconda grande guerra. La villa del Conte diventò presto punto di riferimento delle SS e non solo, dopo la liberazione di Roma, vi prese posto anche il nuovo nucleo armato italo-tedesco fino all'arrivo dei partigiani nel 1945.

Con l’arrivo degli americani la villa fu ceduta ad una famosa famiglia circense che incantò le maggiori piazze italiane con numeri strabilianti. 

A causa proprio di uno di questi, il capofamiglia morì così che la residenza fu acquistata dalla famiglia S. che la pose in asta nel 1997. I ricercati arredi di legno, il biliardo, gli arazzi furono venduti e, grazie all’acquisto di un industriale, nei primi anni del duemila, la villa cominciò la sua paradossale caduta in balia di furti e atti vandalici.

 


Elvira Macchiavelli

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