L’Hospital de Ignoscents, Folls e Orats. Valencia

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27/07/2019 00:39:22
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L’Hospital de Ignoscents, Folls e Orats. Valencia

 

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Hospital Provincial

 

L’Hospital de Ignoscents, Folls e Orats. Il primo manicomio al mondo

Viaggiare è sempre magico: ci fa conoscere mondi diversi, usanze, abitudini, ci fa fare nuove conoscenze, ci fa ampliare i nostri orizzonti. Almeno per me sono aspetti positivi perchè credo che in fondo ci aiuti a conoscere non solo gli altri ma anche noi stessi con i propri limiti ed anche la capacità di apprendere e comprendere. Considero il viaggio un'esperienza di vita che porta a modificarci poiché esso è consapevolezza, conoscenza, scoperta del nuovo. Al contempo mi ha sempre permesso di sperimentarmi e scoprirmi...mi ha permesso di utilizzare tutti i sensi compreso il “senso della meraviglia”! Apprendere dall'esperienza agendo sulla consapevolezza dell'esperienza emotiva. Anche se, sono abbastanza d'accordo con Aldous Huxley quando dice che l'esperienza non è ciò che accade ad un uomo ma è ciò che un uomo fa con quel che gli accade...

Possiedo la capacità di recepire e assimilare ciò che mi accade attorno. Immagino sempre d’avere un cassetto aperto, capace di raccogliere al suo interno tanti “pezzetti” di vita vissuta, i frutti delle esperienze, alla ricerca di un effetto moltiplicatore così da generare nuovo valore aggiunto.

Non sempre viaggio fisicamente, alcune volte sono viaggi mentali, viaggi virtuali ma sempre fatti con piena coscienza, perchè esso rappresenta la vita, la sete del sapere, l'apprendimento.

I miei viaggi. Un'attitudine che proprio mi manca è quella per le lingue e ogniqualvolta mi capita di essere in una nazione diversa la mia lingua parlata e sempre l'italiano. Sono convinta d'aver sempre pensato in italiano, non ho mai fatto esercizi di disciplina mentale, pur essendo coscente che le parole sono i contenuti più importanti della comunicazione.

Ovviamente se viaggio con persone che hanno conoscenza di quella determnata lingua posso avere un appoggio...ma...

E' accaduto di dover interloquire con persone alle quali era sconosciuta la mia lingua, ma mai è avvenuto che si manifestasse l'impossibilità di comunicazione, anzi, alcune volte ha generato momenti divertenti e piacevoli!

Sono stata di recente in Spagna a Valencia, città solare ricca di fascino ma anche misteriosa ed enigmatica. Devo dire che quì ho “giocato in casa”, avvantaggiata dal fatto che lo spagnolo e il mio dialetto hanno vocaboli simili.

Amo conoscere le particolarità dei luoghi che visito ed uscire dai grandi circuiti turistici, perciò come sempre faccio, mi sono documentata sulle cose importanti e particolari da visitare e vedere. Sono venuta così a conoscenza di due cose singolari: a Valencia vi era un quartiere a luci rosse famoso nell’Europa medievale, uno dei maggiori di tutti i tempi. Attivo per oltre tre secoli, aveva un nome molto particolare: La pobla de les fembres pecadrius,... per poi proseguire all’estremo opposto dello spettro, quello della follia e della sofferenza. In questa comunità sorse il primo ospedale della storia dedicato esclusivamente ai malati mentali. L’Hospital de Ignoscents, Folls e Orats. Il primo manicomio al mondo.

 

 

La ricerca di informazioni mi ha portato a mettermi in contatto, casualmente come spesso mi accade, con una guida italiana stanziale a Valenzia. C’è stato tra noi uno scambio di mail e poi telefonate con oggetto l’ex manicomio. Le sue prime informazioni e successivamente le informazioni di persone del posto, mi hanno consentito di muovermi poi autonomamente.

Mi son recata in Carrer de l'Hospital che si chiama così proprio per l'ospedale che ha attualmente due parti edificate: una è oggi biblioteca provinciale, l'altra conserva solo la forma perchè è stato costruito su il museo Muvim. Dentro c'è un plastico con tutta la città come era anticamente e dove si può apprezzare quelle che erano le antiche strutture che nascevano in mezzo a un grande giardino tutto murato intorno.

Ho potuto fotografare solo l'esterno della struttura. All'interno della Biblioteca si accede solo con tessera. Sono entrata ugualmente con la macchina fotografica al collo e una guardia all'ingresso mi ha gentilmente informata che era severamente proibito scattare fotografie. Diligentemente l'ho riposta nella sua borsa. Ho proceduto dicendo che avevo necessità di informazioni sull'ex manicomio. Attendendo il mio turno, ho preso in mano il cellulare con l'intento di fare una foto...son riuscita a farne due, poi mi hanno ricordato...che era proibito!

 

Biblioteca già infermeria

 

L’Hospital de Ignoscents, Folls e Orats aprì i battenti nel giugno del 1420 per volere di frate Joan Gilabert Jofrè, noto come Padre Jofré, in prossimità dell’antico Portal de Torrent, nel quartiere di Velluters. Il religioso intervenne un giorno in difesa dei matti molestati per strada da alcuni ragazzi e commosso compose un sermone nella Cattedrale in favore dei locos, pazzi, che girovagavano per la città, e denunciò l’assenza di assistenza e protezione per queste persone.

...Facendo affidamento sulla presenza di molte opere pie, di persone di gran cuore... cercò di sensibilizzare le coscienze soffermandosi a rappresentare quelle che erano le condizioni di indigenza di queste persone, uomini che pativano fame e freddo, dove la strada era la loro casa, persone lasciate alle ingiurie di persone malvage...

Il sermone fu ascoltato da Lorenzo Salom, che giunto con altri commercianti e artigiani, portarono I fondi necessari per la costruzione. Vale la pena ricordare I loro nomi: Bernardo Andreu, Juan Armenguer, Francisco Barceló, Pedro de Bonia, Sancho Calvo, Jaime Domínguez, Fernando García, Pedro Pedrera, Estaban Valenza y Pedro La Plana (Sempere). Poco dopo, il Consejo General de la Ciudad aprovava l'iniziativa. Propose quindi l’apertura di una sede idonea.

Per la prima volta gli assistiti vennero liberati dalle proprie catene e sottoposti a trattamenti specifici. Potevano svolgere anche numerose attività.

 

 

La struttura si occupava di 400 malati di entrambi i sessi, 350 persone affette da demenza e 480 orfani. Nel 1545 un incendio distrusse l'ospedale originario e contò la morte di trenta persone. Poco dopo ne fu ricostruito uno nuovo con uno spazio specifico per i niños, i bambini. Ferdinando il Cattolico decise successivamente di riunire i piccoli ospedali, sovvenzionati dalle donazioni dei borghesi dell’epoca, unificandoli in un unico complesso, l’Hospital General. Rimase operativo per molti secoli, fino agli anni’80. Oggi ha bisogno di interventi di restauro. Il concetto di ospedale fu talmente ampio che incorporò molte specialità, senza distinzione ne discriminazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il modello rivoluzionario del manicomio del Hospital de los Pobres Inocentes de Valencia fu copiato in tante altre città della Spagna: l'Hospital de la Santa Cruz de Barcelona nel 1412, nel 1425 si fondò Hospital de Nuestra Señora de Gracia, en Zaragoza; nel 1436, l'Hospital de los Inocentes de Sevilla; nel 1456, quello di Palma de Mallorca, dentro dell' Hospital General; nel 1480 l'Hospital de los Inocentes, a Toledo e nel 1527, l'Hospital Real de Granada incominciò ad accogliere gli infermi mentali ecc.

La parola manicomio, “hospital para locos”, è stata documentata per la prima volta nella lingua spagnola nel 1855 e fu registrata per la Accademia a partire dal 1869. L'aspetto o per meglio dire la considerazione che il malatto mentale fosse equiparato a persone malate di qualsiasi altra patologia, fece si che I manicomi avessero I giorni contati. Come in tutte le nazioni europee la chiusura dei manicomi hanno generato perplessità.

 

Secondo alcuni esperti, provocò l'abbandono di molti malatti mentali ai familiari o lasciati alla propria sorte o l'affidati a centri non preparati ad accoglierli. Diverse fonti letterarie hanno ipotizzano la possibilità del ritorno di un nuovo modello sostenibile di manicomio.

Del primo ospedale del mondo oggi sono rimastie una delle due infermerie che attualmente accoglie la Biblioteca Privinciale.

Il giardino annesso è stato considerato il migliore del mondo nel 2015.