PRATOZANINO

forum per argomenti riguardanti l'esplorazione urbana in generale

24/03/2020 11:49:40
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TAGLIAFERRI RODOLFO

PRATOZANINO

Uno dei più coinvolgenti manicomi che abbia visitato, beh, ad essere sincero, emotivamente TUTTI gli ex ospedali psichiatrici che ho avuto modo di esplorare fotograficamente, mi hanno "regalato" un qualcosa che non è descrivibile a parole, meglio, forse, attraverso l'immagine fotografica....

Comunque questo in particolar modo ha avuto un impatto diverso, vuoi perchè dovevi "curare" un aspetto non indifferente: eludere la sorveglianza MOLTO attiva che girava ininterrotamente per le strade principali...e sopratutto "eliminare" qualsiasi rumore quando eri riuscito ad entrare dentro un reparto...

25/03/2020 19:36:16
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R: PRATOZANINO

Confermo di non possedere competenze per dare una lettura “critica” ad una fotografia, per cui il mio guardare non è nella sua semplice bellezza, nella perfezione dell’inquadratura o nell’estetica. Esprimo solo il mio apprezzamento per quel che in me suscita, privo di giudizio. Lascio l’altro compito ai critici d’arte.

L’immagine di un manicomio…uno dei più coinvolgenti manicomi che abbia visitato, beh, ad essere sincero, emotivamente TUTTI gli ex ospedali psichiatrici che ho avuto modo di esplorare fotograficamente, mi hanno "regalato" un qualcosa che non è descrivibile a parole, meglio, forse, attraverso l'immagine fotografica.…

In effetti “coinvolgente” dovrebbe significare avvincente, intrigante oppure interessante ma personalmente trovo che i manicomi siano inquietanti pur nel riconoscimento della bellezza architettonica. In questa osservazione del tuo “coinvolgente” mi piace più pensare ad un qualcosa capace di rendeci Emotivamente partecipi nel percorso della tua foto o attraverso la foto, di una storia, di tante storie. In questa ottica mi pongo, anch’io che il manicomio l’ho vissuto, in un apprendimento “coinvolgente”. Credo che, se non fossi a conoscenza che l’immagine rappresenti un ex manicomio, la mia funzione e capacità immaginifica mi porterebbe a pensarlo tale. Manicomio. La protagonista, la tua foto, gioca tutte le carte di cui dispone per rapirci e conquistarci e al contempo rendersi riconoscibile, foto forte e caparbia, che si dona a noi per essere riconosciuta pur nella sua semplice essenza, senza perdere la potenza di descrivere e raccontare in maniera toccante gli aspetti di un mondo a molti sconosciuto, fatto di sofferenze e porte chiuse, di vite vissute senza soluzione di continuità, di vite vissute a rallentatore dove il tempo era avulso dal tempo.

Osservo e vedo una foto “vuota” figlia di un processo, manca il contenuto di questo campo di battaglia. Riconosco che la foto è capace di creare la differenza, nella sorprendente semplicità che si fa ricordare, di un qualcosa che ho conosciuto; si fa condividere, perché ciò che racconta è vero e reale anche se di un mondo ormai astratto ma ancora capace di suggestionare. Caro Rodolfo, l’emozione e la passione che hai messo nel raccontare questa immagine attraverso il tuo occhio e il tuo scatto e nella presentazione della foto, mi ha coinvolto empaticamente e come solitamente accade, scatta una vicinanza emotiva che mi fa cogliere scenari inaspettati anche alla mia conoscenza, prendendo in prestito per un momento i tuoi occhi e le tue emozioni. Sono dell’idea che la tua voglia di innalzare continuamente le tue capacità nella costruzione delle foto, unita al talento, siano il connubio per produrre le immagini che in noi rimangono impresse nel tempo. E’ così Ro? Indubbiamente sono molti i luoghi fonte di ispirazione e per l’occhio del fotografo sono possibilità di trasmettere qualcosa di grande e pur raccontando alcune volte realtà spiacevoli, riescono a ricreare scene di vita vissuta. La fotografia è molto interessante ed hai saputo fermare l’immagine e il vissuto di quel luogo e nel fissarla hai lasciato tracce di te. Tuttavia, l’immagine è senza dubbio maggiormente rappresentativa ad esprimere sensazioni ed emozioni infinite più delle mie parole.

Porte semiaperte, porte aperte e un fascio di luce che illumina, in fondo, quasi ad indicare la strada dell’andare. I colori indefiniti forse privi di cromia mi trasmettono un senso di solitudine e freddo. Solo quella luce lascia spiragli di possibile vita, sin dove i miei occhi possono vedere…