Blazing Skyes

In luogo in cui parlare di argomenti inerenti basi militari e militaria

28/03/2021 11:41:34
Guarda il profilo utente di Admin
Totale Interventi 1532
Massimiliano Rossi

Blazing Skyes

Come promesso, ogni tanto svelo qualche piccola chicca che non tuti sanno o perlomeno i non addetti ai lavori. il titolo del post riporta Blazing Skyes, che tradotto significa cieli fiammeggianti. conosco bene personalmente questo termine, e a suo tempo, mi impauriva un po. altro non era che il comando che veniva impartito come ordine per il lancio dei missili che avevamo in base. magari poi, visitate la sezione dedicata alle basi nelle monografie dei luoghi.

è stata fatta una breve intervista ad un ex Generale, il Gen. Carnevale, è stato comandante delle basi missilistiche di Monte Calvarina (Verona), di Zelo (Rovigo) e di Bovolone (Verona), tutte armate di missili Nike a testata nucleare.

 

Generale, come ricorda quegli anni?
‘Ero giovane, pieno di passione per il mio lavoro e ben consapevole delle responsabilità che portavo sulle spalle. Gestire una Base missilistica non è cosa da poco, soprattutto quando c’è lo stato di allerta’.

Cosa significa?
‘Significa che a turno, ogni giorno, tre delle dodici basi missilistiche sparse per il Nord-Est italiano dovevano essere pronte al lancio dei
missili in 30 minuti. Era l’ordine di «Blazing Skies», che in gergo significa «cieli fiammeggianti». In quei momenti l’attenzione e la tensione psicologica erano al massimo’.


Vivevate sempre nell’attesa di un attacco aereo da parte del Patto di Varsavia?
‘Vivevamo in assoluta segretezza, neppure mia moglie sapeva il ruolo che svolgevo all’interno della Base e con che cosa avevo a che fare, cioè con missili a testata nucleare. Sapeva che non doveva chiedere e non chiedeva. Questo valeva per tutti coloro che erano
coinvolti nel sistema di difesa. Del resto il nostro compito era strategico, era quello di essere pronti in qualsiasi momento a respingere la minaccia che si profilava all’orizzonte’.


E il sistema missilistico Nike rispondeva a questa esigenza?
‘Come no. È stato un sistema d’arma efficacissimo, in certi contesti è rimasto in attività fino al 2007. Oggi naturalmente è superato. Ma quando i missili erano in rampa sapevamo che, una volta lanciati, avrebbero fatto il loro dovere. Avrebbero colpito il target, cioè gli aerei nemici, con estrema precisione’.

​E Base Tuono? Come mai una base missilistica in montagna?
‘Base Tuono, come le altre tre basi di montagna del Grappa, di monte Pizzoc e di monte Calvarina, aveva il compito di controllare lo spazio aereo oltre l’orizzonte della pianura, oltre i profili montuosi. Base Tuono controllava lo spazio aereo nazionale verso Nord, fino al passo del Brennero’.

Cosa le è rimasto della Guerra Fredda?
‘Credevamo nel nostro lavoro, perché eravamo ben consapevoli che da esso dipendeva la sicurezza di tutti, anche dei nostri cari. Paradossalmente il timore generato da quegli ordigni nucleari, dagli effetti tanto devastanti, è stato quello che di fatto ha garantito
decenni di pace, per quanto armata’.


 

 

Missile Away!
Un breve corridoio, due porte blindate, uno stretto locale poco illuminato con al centro un pannello elettronico pieno di luci e pulsanti. È l’SP Panel, il «Pannello di Sezione». La guida invita al silenzio, attiva un tasto e sul pannello, in rapida successione, si accendono le spie della sequenza di lancio dei missili. Le voci, gli ordini, sono in inglese, anche il countdown, fino al…
Missile Away! Missile partito!