Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

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19/12/2014 08:59:12
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Il Cimitero dei Reietti-Gallery Fotografica

Finalmente, grazie alla Contrada Porta a Selci, di Volterra, il Cimitero dei Reietti, dei "Senza Nome", sta tornando alla "normalita".Il "terreno" e' stato ripulito, tutto quello a nord e iniziata la pulizia di quello opposto. Finalmente si sta dando nuovamente dignita' alle persone che vi riposano!

Nella sezione FOTO-EX CIMITERI una selezione delle immagini relative al Cimitero di San Finocchi.

01/04/2016 10:42:45
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Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

 

una domanda. Le tombe che ancora si trovano in questo cimitero a che periodo risalgono?

Teoricamente il mio avo Narciso Guastini, morto in manicomio nel 1940-41, dovrebbe essere sepoloto lì ma immagino che dopo tanti anni la sua tomba non ci sarà più.

Ma credo che neanche la famiglia vide mai il luogo della sua sepoltura (se è stato sepolto...), perché dell'avvenuta morte vennero avvisati tempo dopo.

 

Roberta Petacco

01/04/2016 16:02:45
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TAGLIAFERRI RODOLFO

Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

Ciao Roberta, l'inizio inumazioni presso il Cimitero di San Finocchi, sinceramente non saprei dirtelo, una certezza pero' l'abbiamo, erano tutte Croci senza Nome! Solo intorno agli anni sessanta sulle lapidi e sulle croci viene riportato il nome del defunto. Le ultime sepolture al San Finocchi sono avvenute intorno agli anni 70.

Di Narciso Guastini, se vuoi rendere "dignita" a questo tuo parente deceduto in manicomio nel 1940-41, al pari del PADRE RITROVATO della Signora BRUNA, possiamo farlo. Possiamo sapere anche dove presumibilmente potrebbe essere stato sepolto; c'e' un iter burocratico da assolvere, ma se da parte tua c'e' la volonta di "conoscere" anche come e' vissuto" in ambito manicomiale questo Tuo parente....Credo che Massimiliano, il nostro Admin, appena leggera' i nostri post, se non gia' fatto, si mettera' in contatto con Te per sapere la tua decisione in merito e per, eventualmente, consigliarti al meglio.. A presto.

 

 

01/04/2016 17:16:15
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Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

Grazie per l'interessamento. Sono già in contatto con qualcuno, credo sia Massimiliano: sono nuova e nn ho ancora capito benissimo come siete strutturati.

Dovrebbe mandarmi a breve una mail, nella quale mi dovrebbe indicare la procedura da assolvere presso l'asl per la richiesta di copia della cartella clinica del mio

pro-zio, internato nel pieno della giovinezza. Di lui rimane solo questo: non ci sono foto, non ci sono discendenti diretti perché non ebbe figli, solo alcuni racconti che mia nonna mi fece e che, devo dire, mi hanno molto segnata. Dalle sue parole ho capito che doveva essere un uomo fragile ma credo che una responsabilità grossa l'avesse l'ambiente poverissimo in cui visse  la sua breve esistenza. Figlio di mezzadri (più simili a braccianti...tipo Albero degli Zoccoli per intenderci), con un padre alcoolista, e tanti fratelli e sorelle: una vita di privazioni, che lo destinò a quel luogo senza troppo indagare nei suoi malesseri (ma erano tempi così, venne inernato nel 1929). Quella cartella è preziosissima. E' un modo per dare voce a un uomo "morto in vita" e che sento il dovere di "far tornare a casa". Spero possiate aiutarmi. Una cartella cllinica è solo un freddo documento, per certi versi drammatico, ma è la sua. E anche un po' nostra, di noi discendenti,  che ci siamo potuti concedere il lusso di vivere i nostri malesseri esistenziali in piena libertà.

 

grazie ancora.

03/09/2016 18:24:55
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Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

Spero presto che Roberta riceva notizie della tomba del parente scomparso tanti anni fa. Perché i pazienti dell' ospedale venivano sepolti senza nome, come nel caso del parente di Roberta e, perché i familiari del defunto venivano avvisati molto tempo dopo o per niente?
04/09/2016 11:12:23
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Elvira Macchiavelli

Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

L'istituzione manicomiale, oltre alla funzione sanitaria era, in molti casi, anche un luogo di reclusione: molte persone internate avevano tra le causali 'povertà', 'alcolismo', epilessia... molte erano ragazze madri oppure persone scomode alla famiglia stessa. Il manicomio era una sorta di centrifuga che radunava 'i figli di un Dio minore' i quali venivano dimenticati dalla famiglia e dal mondo. Al momento della morte gli effetti dei degenti e cartelle cliniche venivano spesso bruciati e se nessuno reclamava il nome di quella persona finiva nell'oblio, come nel caso di San Finocchi.

Nella sezione BLOG--> BIBLIOTECA NEO PSICHIATRIA POTRETE TROVARE MOLTO MATERIALE SULLA VITA IN MANICOMIO PRIMA E DOPO LA LEGGE BASAGLIA.

 

Grazie 

04/09/2016 14:00:19
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Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

Forse il motivo delle sepolture senza nome, oltre ai motivi citati prima, va ricercata anche nel periodo storico. Negli anni sessanta e settanta infatti. i pazienti defunti  cominciarono ad essere seppelliti in tombe "riconoscibili". Negli anni 40 o prima forse le cose erano diverse, dimenticarsi e rinchiudere persone scomode in strutture come l' ospedale di Volterra era normale, forse. Ho vissuto abbastanza per aver visto cambiare certe mentalità in maniera radicale in poco tempo. Nel periodo della guerra poi, con tanti morti anonimi che c' erano in giro, con tutti quei ragazzi dell' ARMIR che erano stati inghiottiti dal gelo della Russia, figuriamoci se si stava a perdere tempo e denaro per dare un nome a chi non vedevamo l' ora che ci togliesse l' incomodo di accudire a lui.

01/03/2017 15:24:31
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Re: Il Cimitero dei Reietti-Callery Fotografica

Salve. Ho partecipato di recente alla visita all'ex-ospedale psichiatrico di Volterra e ho saputo che il cimitero è stato istituito nel 1943. Il mio avo è deceduto nel 1941, quindi presumo (è una mia opinione, ovviamente) che il suo corpo - considerate anche le condizioni economiche molto disagiate della famiglia - sia stato dato ad anatomia patologica dell'ospedale di Pisa. Credo che funzionasse così. In genere i pazienti del San Girolamo deceduti venivano inumati nel cimitero locale ma a un certo punto, vista anche il gran numero di ricoverati (negli anni quaranta soprattutto), il camposanto della città non era più sufficiente e quindi venne realizzato il cimitero dei Reietti appunto.