ESPERIENZE DI VITA VISSUTA

Ospedale Psichiatrico Villa Clara 2

 

Dedico questi racconti alle tantissime persone che fortunatamente non vivono più i manicomi ma vivono il dramma di essere sofferenti psichici, che attualmente, solo in Italia, pare si contino circa 17 milioni di persone.

 

Dedico questi racconti alle tante migliaia di giovani, mai internati, che manifestano le prime avvisaglie della malattia.

 

Li dedico alla solitudine delle famiglie che spesso devono affrontare il dramma senza mezzi e supporti.

(Adri)

 

 

Dal Diario/Interviste di D. D.

 

Ci dice E.C.:

Io ho subito nella vita un brutto male, il fatto di essere reclusa. Infatti questo mi ha fatto e mi fa soffrire molto. All'Ospedale Psichiatrico, volgarmente chiamato manicomio, mi è successo di tutto: di essere legata, di avermi fatto lavorare duramente quando questo spettava al personale addetto, di essere picchiata, di mangiare schifezze, di essere rinchiusa a lungo senza poter uscire e vedere almeno un quadratino di terra.

Mi racconta un caso particolare avvenutole (dice D.D.): ero spogliata e mi hanno rubato i vestiti ed ero quindi bloccata dove mi trovavo. Mi confida intimamente: desideravo sposarmi con il signot T., essere libera e avere una famiglia come tantissime persone.

 

 

Mi racconta M.G. reclusa anch'essa all'O.P.

Tantissime vote mi hanno rubato all'O.P. indumenti nuovi tolti da uno stipetto chiuso a chiave. Ci sono tante irregolarità: le infermiere spesso e volentieri non tengono presente l'orario che il medico decide per le uscite. Si mangia male, si fa la fame, desidero un panino dopo cena e scaltri ladri o ladre lo mettono in buste di cellophane per farlo sparire.

Spesso c'è il disinteresse e l'abbandono da parte dei familiari per i ricoverati dell'O.P. Continua...Ho desiderato una pastasciutta! Forse può sembrare frivolo ma è così. Una volta sono andata a casa senza telefonare prima e non volevano farmi entrare dalla porta.

Il mio desiderio sarebbe di stare con il mio ragazzo che amo, libera da tutte le insidie del manicomio. Ad esempio, molte persone mi importunano e mi scocciano. Non posso andare allo spaccio senza trovare persone viscide.

Le chiedo cosa ne pensi di come è fatto il Reparto. "Ragazze agitatissime che non ti fanno dormire. Oltre agli altri disturbi, stanzoni antiquati e lugubri, le case-famiglia dovrebbero essere delle alternative a queste situazioni. Non ne posso più! Questa vita è troppo logorante, se non si è pazzi, si corre il pericolo di diventarlo.

 

 

Racconta.G.P.:

Ho trentasei mesi di clinica psichiatrica passati in gran parte all'estero, a Roma e soprattutto alla Villa "L'Annunziata" del dott....dove avvenne il mio terribile ricovero e spesso tornano ricordi che solo la bontà di Dio mi fa sopportare.

Eppure c'è quello dell'O.P. di Cagliari. Il menefreghismo, l'ostilità, la malevolenza in parte di infermieri e dottori, hanno avvelenato a lungo la mia vita e la mia mente di malato psichico a tal punto che gli altri ricoveri, benchè fossi più ammalato, mi sembravano più accettabili: in quei capannoni fra quelle quattro mura moltiplicato per 10-15 stanzoni, non c'era Dio.

 

CURIOSITA'

                                                                              Veduta dal mare della ex struttura manicomiale di Solanas (Ca) Struttura gialla

 

                                                                                                                                         Veduta dalla spiaggia

 

Nel1959, l'allora Commissario Straordinario presso il Consorzio di Bonifica di Flumini di Quartu (Ca), si rende conto delle enormi difficoltà in cui era costretta ad operare quell'Amministrazione per il ricovero dei malati di mente (a causa dell'insufficienza dei locali): i degenti del Manicomio provinciale, infatti, superavano abbondantemente le tremila unità fra uomini e donne, pertanto nelle strutture manicomiali di Cagliari vi era un sovraffollamento ingente. Creare una struttura ospedaliera era un compito arduo.

Il medico individuò, per la creazione di questo ancora ipotetico nosocomio che pian piano nella sua mente acquistava una fisionomia sempre più reale, l'edificio dei Salesiani di Solanas. Interpellati in proposito i proprietari e ricevuto il loro assenso, pensò immediatamente agli opportuni adattamenti che sarebbero stati necessari per rendere la struttura perfettamente funzionante. Una struttura dalla quale si poteva godere pace e ammirare l'immensa distesa di un meraviglioso mare.

Dopo tre anni, la convenzione con l'Amministrazione provinciale non venne rinnovata e circa duecento malati in sovrappiù dell'ospedale di Cagliari presero la via del mare e cercarono alloggio negli ospedali psichiatrici di Castiglione delle Stiviere e di Aversa.

 

 

 

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