Memorie di Toiano

                                                               Memorie di Toiano

                                                           'Non udendo la Bella Elvira'

Già da Cecina si vede bene che non è una bella giornata per fare un esplorazione. Non importa. A mio avviso i luoghi ’abbandonati’ danno il meglio di loro stessi in situazioni di tempo avverse. Per la irta strada di Toiano spira un vento glaciale e la pioggia comincia a riversare la sua furia sul costone della montagna. Siamo isolati dal mondo. Nel navigatore satellitare dell’auto siamo una freccetta rossa spersa in uno sfondo marroncino chiaro. Rassicurante. Ovviamente non attendo la fine della tempesta. Con una busta di plastica avvolgo la Nikon, e mia mamma mi regge l’ombrello per proteggere la cinepresa: è sua. Per mia sfortuna la Chiesa è sprangata. Alta, di colore bianco sporco. Sola e sapiente. A lato una vecchia rimessa o granaio ci accoglie. Non piove più ma spira un forte vento. La porta giace a terra fungendo da passerella. Le scale mi conducono al piano superiore dove è sopravvissuto solo il pianerottolo. Il pavimento alla mia destra è crollato: è rimasta solo una credenza perché ‘cristallizzata’ nel muro, e una finestra con una zanzariera in balia del vento. Nella stanza di fronte a me il soffitto è crollato e la vegetazione, ovviamente sta inglobando ogni cosa. E’ famelica.

Attraversando la via che dalla Chiesa porta al Paese, vengo colpita, non solo da raffiche di vento che s’infilano anche da sotto il giacchetto di pelle, ma dal paesaggio campestre. Quelle colline. Qualcuna colta da uno spiraglio di sole benigno, altre in preda a tormente tempestose.  Il silenzio rotto soltanto dalle gocce che ticchettano sulle grondaie arrugginite e sconquassate. Una poesia infinita, senza punteggiatura né sinonimi. Senza allegorie. Questa è Toiano: un borgo crudo, freddo, misterioso. Per descriverlo si può usare solo un aggettivo: ‘enigmatico’. Al di là dell’omicidio irrisolto della Bella Elvira, del suo stato di abbandono ‘imparziale’ (infatti alcune persone continuano ad abitarci), Toiano è in assoluto un luogo che per ‘leggerlo’ c’è bisogno di una palla di cristallo. La Madonna col Bambino in terracotta su una delle prime case a sinistra sembra avere un significato nascosto. E’ tutto criptato a Toiano. Tutto incomprensibile. O forse è così perché è in balia solo del fattore tempo. Quest’ultimo accentua, alimenta e contribuisce a rendere Toiano un luogo magico, unico nella sua specie. Affascinante. Proseguendo la visita al Paese, si scoprono vie, e case che un tempo devono essere state luogo di gioia e feste. I gatti popolano Toiano.  Sono ovunque.

Al cimitero, ai piedi del Paese, cerco stupidamente il ceppo della Bella Elvira, pur sapendo che non si trova al camposanto. Molti dicono che lo spirito della donna, dopo la sua morte, aleggi in Toiano come la presenza dei felini. Molti dicono che le case sono maledette e quant’altro. Superstizioni. Semplici fantasie dovute agli avvenimenti non troppo rosei che hanno colpito Toiano. L’unica cosa che permette di ricordare lo spirito di Elvira Blandini, uccisa nel 1947, è il cippo che si trova (almeno io, non troppo facilmente) per la via che conduce a Toiano. Piove e i fiori sono ridotti a una poltiglia gialla. Il suo sorriso è bello, gli occhi pieni di vita, i capelli raccolti. Nonostante questo, perdonatemi, ma io 'non ho sentito la Bella Elvira’.

 

                                                                                                                                 Elvira Macchiavelli

 

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