NON SONO UN POETA MA DO CARTA E PENNA ALLA MIA MENTE

Poesie e Racconti

NON SONO UN POETA MA DO CARTA E PENNA ALLA MIA MENTE

NON SONO UN POETA MA DO CARTA E PENNA

ALLA MIA MENTE...

 

Quel che vorrei proporre è un nuovo spazio dedicato alla poesia e ai racconti appunto "NON SONO UN POETA MA DO CARTA E PENNA ALLA MIA MENTE"...che in qualche modo si avvicini a descrivere quell'universo in cui è sottile il confine fra la "creatività" e la "follia". Non voglio proporre una poesia "psichiatrica", ma una poesia che lambisca quella psichiatria he non può fare a meno nella sua ricerca dei modi di essere della interiorità, della soggettività, delle infinite emozioni che sono in noi, di quelle che sgorgano dalla creazione poetica, come auspicava Borgna.

Scrivere una poesia per giocare con parole e suoni per esprimere emozioni, sentimenti, esperienze, verità che altrimenti resterebbero nascoste e per unire mondi e sentimenti che spesso non hanno molte occasioni per comunicare.

Immagino uno spazio in cui ogniuno (chi si sente un po diverso e chi non fa parte della schiera della normalità...per fortuna!) può implementare dando “corporeità” alle parole con un proprio contributo o contributo di persone che in qualche modo ci sono vicine....Perché, come aveva gridato a gran voce la poetessa dei Navigli, lei che con la malattia psichiatrica aveva convissuto, «anche la follia merita i suoi applausi».

La definizione che più si avvicina alla mia idea di poesia e quella di Paul Eluard : “Non c’è niente di più ripugnante del linguaggio poeticistico, di parole troppo graziose elegantemente legate ad altre perle. La vera poesia si trova bene in compagnia di crude nudità, fra tavole che non son di salvezza, fra lacrime non iridate. Sa che ci sono deserti di sabbia e deserti di fango, impiantiti lucidati a cera, capelli spettinati, mani rugose, vittime fetide, eroi miseri, idioti splendidi, ogni specie di cani, di scope, di fiori tra l’erbe, di fiori sulle tombe. Perché la poesia è nella vita

Una volta ad un mio amico intelletuale e poeta nel farmi leggere una sua poesia chiesi: qual'è il significato di questa poesia? Mi rispose " Ricorda che la poesia non ha significato. La poesia ha il significato dell'emozione che al momento ti trasmette e trasmetterà ad ognuno un'emozione diversa. Incominciai da allora a leggere le poesie con un animo diverso.

Questo post lo dedico a noi. Sperando di accarezzarci un po.

ALLORA ADESSO TOCCA A TE. A VOI! BUON LAVORO E BUON DIVERTIMENTO! ASPETTIAMO POESIE E RACCONTI…

 

Io scrivo tanto ma mai ho scritto poesie. Oggi propongo una poesia scritta da un mio familiare. E' una poesia che ricevette un premio speciale fuori concorso.

Trovo sia molto bella e interessante. Il titolo è GILDA LA FARFALLA.

Gilda, pare giungere da un mondo alieno. Una farfalla nata dalla follia, o forse dalla saggezza? Chi può dira quale sia il confine tra una dimensione e l'altra?

Pensieri che diventano parole per essere subito dopo divorate dai mostri dell'inconscio, non molto dissimili dai draghi della realtà quotidiana.

Poesia delicata e profonda, che ci fa rispecchiare nella nostra dualità di corpo e di spirito. Leggiadra e misteriosa come il volo della farfalla, ci prende per mano e ci conduce nel mondo fatato e sconosciuto della psiche dove ingenuità e poesia convivono armoniosamente; dove verità e menzogna, giustizia e sopruso vengono talvolta cristallizzati, prima che, come tanti rigagnoli, fuoriescano ad ingrossare l'inarrestabile fiume di Eraclito.

 

 

 

 

 

 

 

 

GILDA LA FARFALLA.

E’ mio.

Quel foglio bianco è mio.

Non l’ho rubato.

L’ho pagato.

L’ho pagato all’Uomo Grasso.

L’uomo grasso che vende l’olio alla mia mamma.

L’ho pagato con un bacio.

Ho baciato l’Uomo Grasso per il suo foglio bianco.

E’ molto un bacio per un foglio bianco,

ma

mi serviva.

Avevo la testa piena di pensieri.

Spingevano,

spingevano,

spingevano forte per uscire.

Mi faceva male la testa.

Ho preso il fazzoletto giallo

quello di Carla

la verduraia.

Me l’ha prestato giovedì per una settimana

Ho stretto forte

più forte

e

sul mio foglio bianco dell’Uomo Grasso sono caduti i pensieri,

subito rappresi in parole

Oddio!

Io…

scritta.

La finestra era aperta

Questo lo ricordo bene!

E’ entrato il Passero e mi ha guardata

poi …

ha guardato me scritta

ed ancora me viva

Ha iniziato a piluccare di me scritta ogni puntino

 

Attento! Che fai?

Aveva troppa fame.

Però,

io,

poi fui d’ogni i storpia

e

privati d’ogni argine di punteggiatura sicura i miei periodi presero ad addossarsi

.

gli uni sugli altri.

Arrivò Lampo,

il mio gatto bianco

il Passero fuggì

cosicché

quello s’avventò su ogni polposa a di me scritta

inghiottendole ancora calde

Le o le ho date al cane magro di Giorgio,

le t le ha volute la nonna per i suoi denti cavi,

le m le ha prese la mamma per fermare i miei capelli ribelli

Ma,

ora,

la gente non mi capisce.

 

Dammi quel tuo foglio bianco.

Ho male alla testa

ché i pensieri restano dentro

spingono,

spingono forte.

Dammi quel tuo foglio bianco.

Te lo pagherò il tuo foglio bianco

Te lo pagherò un bacio

E’ molto un bacio per un foglio bianco!

Ho male alla testa.

Un bacio per il tuo foglio bianco.

 

Gilda la farfalla

che volò dal sesto piano dietro il suo foglio bianco

ma

è molto un bacio per un foglio bianco?

O.R.

 

 

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