Porciorasco, Il paese templare

Una giornata di sole e fresca aria montana entra nell’abitacolo dell’auto che, cautamente, solca le strade periferiche di un costone (questo perché il navigatore prova piacere nel propinarci false scorciatoie). Quando arriviamo a Porciorasco notiamo un paese un tempo abbandonato: infatti penso siano due le persone che sono tornate in questo antico luogo, sacro ai templari. Edificato nel XVII secolo, Porciorasco (dialettalmente Pussuasco, derivante da pussu, pozzo e asco, secco e quindi chiaro rimando al pozzo dove erano gettati i resti dei corpi incombusti perché non venissero mangiati dagli animali), non ha mai contato molti abitanti. Il destino del luogo è stato da sempre legato alla produzione agricola tanto che una nota famiglia prese residenza nel paese dando lavoro agli abitanti. Il boom economico, e quindi la supremazia dell’industria nascente, segnano il declino di Porciorasco che dal 1986 verge in totale abbandono. Infatti, in questo piccolo paese tutto è in decadenza: le case sono dei ruderi, la chiesa (costruita nel 1807) è chiusa ma consacrata e attiva. Posso dedurre che le persone che vivono in questo luogo ameno devono amare molto la tranquillità e i gatti.

Particolarità di Porciorasco sono i rimandi all’ordine dei templari: il sole, simbolo Divino (in una leggenda di Nostra Damus potrebbe essere correlato alla ‘dubbia’ scoperta del Nuovo Mondo da parte dei Templari). In più, su di un architrave del borgo, si trovano altri tre simboli chiave: la Croce dell’Ordine, il Sole (Gesù Sole di Giustizia) e la Luna (rappresentante, oltre alla Madonna, le divinità femminili Greche).

Sconosciuto l’anno dell’insediamento.

 

Elvira Macchiavelli

 

 

 

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